FOLIGNO (R.M.) – “La storia si fa vincendo la guerra, non le battaglie. E noi alla fine vinceremo la guerra”. Questa è la frase che Marco Bettelli, allenatore dell’Atletico Foligno, ha pronunciato una volta alle sue ragazze dopo una sconfitta e che poi è diventata un po’ come uno slogan. Piano piano, partita per partita, si è costruita così la promozione in Serie A delle “cinghialette”. Grande protagonista ovviamente il tecnico eugubino, che in estate ha fatto un vero “salto nel vuoto”, passando al femminile dopo una vita nel futsal maschile.

Scontato dire che il risultato raggiunto sia una grande soddisfazione:
«È proprio così – spiega l’allenatore delle “cinghialette” -. Per quelli che erano i programmi iniziali certamente era inattesa, ma per gli sviluppi che abbiamo avuto direi che è una promozione ampiamente meritata. Ce la siamo sudata e ottenuta con il gioco e i risultati, offrendo delle prestazioni positive in maniera continua».

L’ultimo capolavoro la Final Four di Salsomaggiore, che ha messo in evidenza la maturazione della squadra:
«Contro il Napoli in semifinale secondo me dovevamo chiuderla prima: c’era più differenza in campo e dopo il 2-0 ci siamo un po’ distratti, lasciando loro il 2-1. Nella finale contro il Pero penso che fino al 5’ del secondo tempo meritassimo più del 2-1; poi abbiamo avuto problematiche fisiche, e lì sono subentrati i nervi e il cuore più che la tecnica. Per i supplementari ero preoccupato, dato che le ragazze che erano stanche, con crampi e vari acciacchi. Ad esempio non so come Elisa (Narcisi, ndr.) sia riuscita a finire la partita. Eppure anche nei 10’ aggiuntivi abbiamo avuto la possibilità di vincerla. Poi ai rigori penso abbiamo riscosso il nostro giusto premio».

Dopo la sconfitta all’ultima giornata nella regular season ci credeva ancora?
«Quella sconfitta è stata uno snodo fondamentale, paradossalmente. Il gruppo si è compattato in maniera incredibile: le mie giocatrici hanno capito, anche vedendo la mia tristezza, che sono a Foligno perché ci credevo fortemente a questa Serie A. Il percorso si è allungato, ma abbiamo ritrovato nel frattempo alcune linee di gioco. Dopo Napoli è scoccato qualcosa, ma in positivo: il contraccolpo psicologico non lo abbiamo sentito. Poi i play off sono stati un crescendo di emozioni e stima reciproca, oltre che di approfondimento a livello umano».

Quanto c’è di Marco Bettelli in questo traguardo?
«Quando sono arrivato conoscevo poco del calcio a 5 femminile, mi sono informato e poi ho avuto modo di vedere le nostre qualità. Ho capito dove potevamo arrivare: le ragazze non si dovevano sentire inferiori a nessuno, ma cercare sempre la vittoria con il gioco e il possesso palla. Prima di tutto ho lavorato sulla mentalità: le mie erano abituate a giocare un po’ a specchio con gli altri, a limitare per poi proporre. Volevo invece una squadra che comandasse sempre il gioco, e che sapesse soffrire nei momenti giusti. C’è voluto tempo, ma le ragazze hanno preso grande consapevolezza. Questa è stata la mia vittoria. Ho cercato di trasmettere forza e allo stesso tempo di far sentire protette e tranquille le ragazze, per poterle far esprimere al meglio. Avrei dato tutto per loro e loro per me. A Salsomaggiore la nostra coesione ha avuto l’apice. In campo c’eravamo tutti: io, staff, società, dirigenza. Le ragazze non erano sole e lo hanno sentito. Solo così poteva arrivare questo grande risultato».

Inevitabile chiedere del futuro:
«Ho massima stima della presidente Piorico e del ds Metelli e la cosa è reciproca. Adesso voglio riposare un po’ e valutare tante cose, in particolare relative alla sfera personale, non solo sportiva. La Serie A richiede un certo tipo di impegno. Vedremo quello che succederà e se ci saranno le condizioni: chiaro che mi piacerebbe continuare a Foligno».











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