SPOLETO – I consigliere comunali di Alleanza Civica, Alessandra Dottarelli e Gianmarco Profili intervengono sul progetto di riqualificazione dell’area che va da palazzo Collicola al parco Chico Mendes, passando per lo Stadio “Giancarlo Mercatelli” e per il palazzetto Vecchio. I due consiglieri di opposizione anche in seguito al comunicato diffuso dall’ente qualche giorno fa relativo all’affidamento del primo stralcio finanziato per 5.5 milioni di Euro finanziati attraverso il PNRR, mettono in luce una serie di criticità e pongono alcune interessanti domande.

ùIn sintesi: Il primo stralcio del progetto non prevede alcun intervento allo Stadio Comunale e non sarà completato prima del 2025. Per la tribuna coperta quindi bisognerà attendere il secondo stralcio dell’intervento per cui al momento non sono certe neanche le coperture economiche. Critiche anche al palazzetto che con appena 350 posti sarebbe l’ennesimo impianto sportivo ibrido di una città che viste le condizioni del PalaRota attualmente è senza un palazzetto dello Sport con capienza di almeno mille posti.

Di seguito il comunicato integrale.

“Tra pochi giorni scadrà il bando per l’affidamento della progettazione esecutiva dei lavori di riqualificazione di Palazzo Collicola, Stadio e Parco Chico Mendes. Quindi ci siamo, manca poco all’inizio dei lavori finanziati con i fondi PNRR ottenuti sotto la gestione del Commissario Prefettizio Tombesi. E allora, se il progetto è già arrivato alla fase esecutiva, perché siamo riusciti a visionarlo per la prima volta solo l’8 giugno? Perché prima di giovedì scorso era inaccessibile, top secret?

Come Alleanza Civica, dopo aver letto i comunicati di fine 2022 dell’amministrazione Sisti, che annunciavano la redazione di un progetto di fattibilità tecnica tramite “affidamento diretto” allo studio dell’arch. Eusebi, nei primi mesi dell’anno ne abbiamo richiesto la consultazione, ma l’accesso ci è stato differito, la sua visione vincolata all’approvazione da parte della Giunta, avvenuta, appunto, alla fine di maggio. Quindi, con i tempi così stretti, rimane difficile, se non impossibile dare suggerimenti o prevedere modifiche a un progetto a cui non è stato possibile contribuire. A questo punto dubitiamo anche che sia stato ufficialmente condiviso con il mondo sportivo. Insomma, per dirla con un termine alla Sisti, al progetto non c’è stata alcuna “partecipazione”. Invece ne avrebbe avuto bisogno, perché dal nostro punto di vista ha diversi aspetti che non convincono.

Proviamo a snocciolare il progetto.

Vale circa 12 milioni, divisi in tre stralci, di cui il primo di circa 5.5 milioni già finanziato. Gli altri due, che riguarderanno solo lo stadio, anche se previsti nel 2024 ad oggi non hanno copertura finanziaria disponibile e per quella presunta inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, non c’è la capienza.

Dal punto di vista architettonico il progetto è pregevole, ma sarà anche funzionale e utile alla città? Qui i dubbi sono molti.

Spendere oltre 3.5 milioni di euro dei 5.5 disponibili per fare un palazzetto solo da 300/350 persone è utile per la città? Certo andava riqualificato il vecchio palazzetto, ma con questa struttura cosa ci facciamo? È piccola per fare sport ad alti livelli, è piccola per le manifestazioni della maggior parte delle discipline che possano fare da volano per il turismo sportivo. Serviva una struttura così a Spoleto? Costa 10.000 euro a posto, ma quanto costerà la sua gestione? Quindi sarà bella, ma forse inutile? Un po’ come l’anfiteatro da 99 posti a Monteluco o quello ancora più piccolo previsto proprio dietro il campo da calcio.

Per realizzare questo palazzetto verrà eliminato l’ingresso carrabile di V.le Martiri della Resistenza, per cui l’unico accesso sarà da Via Bonilli, il quale, oltre a non essere ancora stato progettato, né quantificato il costo, sarà davvero scomodo per i mezzi di soccorso, che non avranno a disposizione percorsi di servizio, non previsti nemmeno per fare interventi sul retro del palazzetto, di fatto isolandolo.

Entrando più nel dettaglio, come può essere concepito un percorso verde tra il campo di calcio e la tribuna?  Questa scelta, come quella dell’unico accesso carrabile, rispetterà le norme previste in materia di omologazione e ordine pubblico per l’utilizzo dello stadio? Il nostro è un dubbio legittimo! Per non parlare della recinzione che delimiterà il campo stesso, pensata con elementi più utili alla privacy di una villa, che alla visione di una partita.

Il progetto sembra puntare esclusivamente sulla bellezza e l’estetica e poco sulla funzionalità e la fruibilità degli impianti sportivi e del pubblico spettacolo. Infatti, attualmente l’unico spazio organizzato per grandi eventi all’aperto è proprio lo stadio, che già possiede un piano di sicurezza con idonee vie di esodo, che dovrebbero essere nuovamente studiate, ma da quanto visionato non si evince nulla di tutto ciò.

La sensazione è che si sia puntato ad avere questa struttura quasi esclusivamente per la fama dell’Arch. Eusebi,famoso per i suoi bellissimi lavori di design, il quale ha realizzato anche lo stand di Milano Expo 2015 per gli Agronomi di cui Sisti era ed è figura di riferimento mondiale, e forse proprio per questo potrebbero conoscersi.

Tornando al progetto, è evidente che le risorse dello stralcio finanziato sono concentrate quasi tutte sul Palazzetto, mentre sono ridotte all’osso quelle destinate a Palazzo Collicola, dove si interverrà solo su un piccolo giardino, e al Chico Mendez, dove invece verrà realizzato un “percorso vita” a zig-zag in pendenza, non adatto agli anziani né agli sportivi, qualche cordolo, un po’ di breccino, nonché quattro targhe per individuare 4 piazze interne, che avranno i nomi evocativi di Piazza della Sostenibilità, degli Artisti, del Cinema e dello Sport e che a chiamarle piazze ci vuole davvero tanta immaginazione.

Gli altri stralci? Noi azzardiamo a dire che non verranno mai finanziati, per cui la copertura dello stadio dal design avvolgente rischia di rimanere un sogno bello e costoso, sempre sperando che sia utilizzabile e conforme alle prescrizioni previste dalle federazioni sportive.

A questo punto ci domandiamo perché mai il progetto sia rimasto blindato per tutto questo tempo e l’unica risposta è che così facendo, il Sindaco ha potuto decidere da “uomo solo al comando”, tanto poi i consiglieri di maggioranza approvano tutto come “atto di fede”!

Se invece il progetto fosse stato partecipato, i soldi si sarebbero potuti spendere per progetti più calibrati e funzionali alla città, soldi che i nostri figli dovranno restituire all’Europa?

Partecipazione, parola usata e abusata nelle linee di mandato del Sindaco Sisti, ma in realtà mai messa in pratica!”











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