SPOLETO (di S.G.) – L’Umbria è la terra di San Francesco ed è proprio da qui che parte l’appello per dire “no” alle bestemmie sul campo da calcio. Del delicato tema, che prescinde dal credo religioso e che si fonda su principi di rispetto ed educazione, soprattutto per i più giovani, si è parlato alla conferenza di fine anno del CRU della FIGC.
Dal 2019 la bestemmia in campo è regolata dall’articolo 37 del Codice di giustizia sportiva della FIGC, che punisce con una giornata di squalifica i calciatori o allenatori che bestemmiano «in occasione o durante la gara».
Quello della lotta alla blasfemia sui campi di calcio è stato si da subito un cavallo di battaglia del Presidente del Comitato Regionale Umbria Luigi Repace. Nella conferenza di fine anno un giornalista ha chiesto al Presidente se questa battaglia fosse persa o se qualcuno (gli arbitri?) avessero dimenticato di sanzionare i vergognosi epiteti che si ripetono regolarmente sui campi da calcio umbri anche durante le partite dei campionati giovanili.
Alla domanda, il Presidente del calcio umbro ha risposto che del delicato tema ne avrebbe parlato col Presidente degli arbitri Fraschetti, lasciando intendere che la battaglia non è mai terminata e continuerà.
A proopsito di calcio umbro ci sono società, come il Cannara, che hanno esposto a bordo campo uno striscione con la scritta “no bestemmia” (foto). Sull’argomento ricordiamo anche un episodio curioso avvenuto a Spoleto il il 20 gennaio 2019 e riportato dalle colonne de La Nazione il giorno dopo:
“Ha fatto discutere quanto accaduto ieri a di BM8 Spoleto-Cascia, gara del girone C di Prima categoria. Sul parziale di 1-1, un difensore di casa, ancora nella propria area, avrebbe pronunciato un’espressione blasfema. L’arbitro ferma il gioco, va verso il calciatore e lo espelle, indicando poi il dischetto del rigore fra lo stupore generale. Regolamento alla mano, la partita andrebbe ripetuta perché per una bestemmia la punizione che si assegna è indiretta, quindi andava data una punizione a due in area e non il penalty”.
L’arbitro di quella partita, Daniele Fora della Sezione di Terni, applicò in maniera corretta il regolamento riguardante l’uso di linguaggio blasfemo, ma incorse in un errore tecnico assegnando un calcio di rigore quando avrebbe dovuto comandare un tiro di punizione indiretto nell’area della squadra di casa. La partita fu ripetuta.
Niente bestemmie in campo, ma anche niente bestemmie sugli spalti
L’episodio più deplorevole è avvenuto lo scorso aprile quando un tifoso dello Spezia, durante la partita contro il Frosinone, ha bestemmiato proprio durante il minuto di silenzio per ricordare Papa Francesco. La società ligure è stata multata dal giudice sportivo per 5mila euro.







