SPOLETO – Michele Zualdi, Paolo Cariani, Francesco Paoli e Gianluca Marini. Sono i nomi dei quattro alpinisti che hanno portato il vessillo del Cai di Spoleto sulla vetta del Monte Bianco.

Nel bel mezzo di un’estate bollente hanno percorso l’ultima parte dell’ascesa tra la neve, con temperature ben diverse da quelle della città. L’impresa era programmata già da qualche anno, ma a causa della pandemia i quattro appassionati di alpinismo spoletini sono stati costretti a rimandala fino alla fine della settimana scorsa quando, finalmente, hanno raggiunto Courmayer.

Partenza alle otto dalla val Venie (circa 1300 metri sul livello del mare) per arrivare intorno alle 13 a quota 3000 al rifugio Gonella dove i quattro alpinisti hanno effettuato la prima tappa, riposando per 12 ore. All’una nel pieno della notte, accompagnati dalla luna, è partito l’assalto agli ultimi 1800 metri. Solo al sorgere del sole, tra la neve, hanno affrontato l’ultimo strappo finale fino ad arrivare in vetta intono alle 8. Silenzio assordante, sopra alla testa solo il cielo e le nuvole, classica foto di rito, poi la discesa sempre pericolosa (3500 metri di dislivello), ma molto più veloce perché alle 13 i quattro alpinisti sono già nuovamente alla base.

“È stata una bella soddisfazione, è difficile trovare le parole per descrive quei momenti – afferma Michele Zualdi –  abbiamo scelto di scalare la montagna sul versante italiano, il percorso è più impegnativo rispetto a quello del versante francese e anche meno frequentato. Per raggiungere una vetta come quella del Monte Bianco c’è bisogno di un progetto e di una preparazione specifica. Abbiamo iniziato ad acclimatarci sul Gran Sasso poi, una settimana prima di affrontare il monte Bianco, abbiamo scalato per ben due volte il monte Rosa”.

Michele Zualdi e Paolo Cariani sono appassionati di montagna sin da bambini e sono istruttori di alpinismo. Grande appassionato di alpinismo anche Francesco Paoli, mentre Gianluca Marini, 24 anni, è il più giovane e dopo il corso di alpinismo dell’estate 2020 ha deciso subito di affrontare un’impresa non semplice. “Corteggiavamo il Monte Bianco da circa tre anni – commentano ancora i quattro – ma una volta che si arriva in vetta il pensiero vola subito alla prossima impresa”. Qualche idea già c’è ma le bocche rimangono cucite. Intanto però, per il momento, alla sezione CAI di Spoleto si preparano a festeggiare i quattro eroi che portano avanti un lunga tradizione fatta di grandi valori ed etica della montagna.

Tratto da La Nazione di venerdì 23 luglio











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