SPOLETO (di Riccardo Elia) – Le feste di Natale e l’avvicinamento al nuovo anno solare sono da sempre uno dei periodi più gettonati da ognuno di noi per tirare le somme di quanto fatto e quanto c’è ancora da fare.
Un periodo per riflettere riguardo al passato, assumere consapevolezze sul presente e costruire dei buoni propositi, con cui iniziare al meglio l’imminente futuro.
Così tra una fetta di pandoro e un regalo scartato sotto l’albero, abbiamo avuto il piacere di ascoltare alcuni di questi ragionamenti, legati all’ambito sportivo, fatti da uno degli assoluti protagonisti della stagione dello Spoleto: Lorenzo Colarieti.
In biancorosso dal 2023, Colarieti è diventato capitano e anima della squadra capeggiata dal Presidente Vittorio Montesi, con cui ha centrato la promozione in Eccellenza lo scorso anno e con cui lotta per il mantenimento della categoria in questa stagione.
La prima è come di consueto una domanda che aiuta a introdurre il nostro ospite, per farlo, vorrei che ci potessi parlare del tuo rapporto con il calcio, qual è stato e qual è il ruolo del calcio nella tua vita?
“Sarò sincero, inizialmente il ruolo del calcio era secondario. Preferivo la pallacanestro, perché papà mi aveva trasmesso questa passione avendo giocato a basket e a me piaceva molto giocarci. Negli anni poi, il calcio ha iniziato ad assumere sempre più importanza, da quando ho iniziato a 12 anni è diventato via via fondamentale nella mia vita. Ha alimentato per un po’ di tempo le mie speranze di poter fare qualcosa di importante a livello personale e di carriera, poi purtroppo per un insieme di fattori quelle speranze non si sono realizzate nel loro massimo potenziale, ma resto orgoglioso, di tutto quello che ho fatto e che sto facendo nel calcio. Speriamo di continuare ad esserlo in futuro”.
Una delle cose che ti renderà orgoglioso sarà sicuramente rivederti con indosso la fascia dello Spoleto, la squadra della tua città, che emozioni ti dà avere questo ruolo?
“Sicuramente, è un orgoglio e una soddisfazione. Non tutti hanno avuto la fortuna che ho io di difendere i colori biancorossi da spoletino e con la fascia al braccio. Sappiamo tutti quanto negli anni lo Spoleto sia stata una società gloriosa, il mio percorso mi ha portato ad essere un piccolo pezzettino di questa storia ed è una delle cose che mi rendono orgoglioso di quanto ho fatto fin’ora nel calcio.”
Nel corso della tua carriera, ma anche semplicemente guardando questa stagione, hai già cambiato molte posizioni in campo, qual è secondo te il ruolo che ti valorizza di più?
“Beh per quanto riguarda il ruolo, io sono sempre stato e sarò sempre a disposizione della squadra. Se i mister che ho avuto in carriera e mister Marco adesso hanno variato molto il mio ruolo in campo è anche per una questione di necessità del momento. Ci sono state delle situazioni legate agli infortuni, altre magari legate all’avversario, ma per me la posizione in campo non è mai stata un problema, resto disposizione di tutti al 100%. Se devo dirti qual è il mio ruolo preferito comunque ti direi la mezz’ala: è il ruolo che faccio da sempre, quello con cui ho iniziato a giocare, quindi la mezz’ala.”
E il tuo idolo calcistico è una mezz’ala come te o avevi un altro modello da piccolo?
“Io sono un grande tifoso milanista, quando vedevo le partite da piccolo c’era Kakà, il mio idolo indiscusso era lui. Naturalmente sognavo e speravo di avere le sue caratteristiche ma stiamo parlando di un pallone d’oro quindi…(ride ndr). Al di là dei paragoni lui è sempre stato un riferimento per come stava in campo, come riusciva a divertirsi giocando, poi se devo guardare alle mie qualità, in quel Milan c’era Gattuso che era un guerriero, un po’ come me.”
Restiamo nel passato, ma dai tuoi idoli, passiamo a tempi più recenti. Dando uno sguardo ai tuoi trasferimenti, sin da giovanissimo sei passato per piazze molto calde. Tra queste sicuramente possiamo citare Foligno, contro cui hai giocato la finale Play-off per l’Eccellenza lo scorso anno da capitano dello Spoleto. Che sapore ha avuto quella vittoria al “Blasone” per te?
“Foligno è stata un bel capitolo della mia vita calcistica. Purtroppo c’è stata di mezzo una crisi societaria ed è stato un peccato perché si poteva realizzare qualcosa di importante. Sono felice comunque che ora la società sia tornata in mano a persone competenti, di Foligno e che abbiano riportato l’entusiasmo a Foligno.
Per quanto riguarda la finale, alla mia espulsione al 60’ ho temuto l’epilogo peggiore. Ero molto dispiaciuto. Per fortuna avevo dei compagni fortissimi che sono riusciti a vincerla nonostante siano rimasti in 10 contro 11 per mezz’ora. Te lo dico sinceramente, pensando a quell’espulsione mi rimane un po’ d’amaro in bocca, ma ripensando a tutto l’anno è stata una cavalcata meravigliosa. Tornare in Eccellenza da capitano dello Spoleto è stato il premio più bello che ho ricevuto dal calcio. Senza dubbi”.
Dalla stagione passata, veniamo all’annata presente. Siete stati protagonisti di un avvio di stagione condito da alti e bassi: il grande avvio, il periodo senza vittorie e l’esonero di mister Cavalli, per poi tornare nell’ultimo mese a trovare risultati e vittorie.Credi che lo Spoleto abbia ritrovato le sue certezze?
“Credo che sia quest’anno che lo scorso anno abbiamo avuto momenti di riflessione, momenti in cui vincevamo come nel girone d’andata dello scorso anno e momenti in cui abbiamo perso punti come nel periodo di gennaio-febbraio. Faccio questo parallelo con l’annata passata perché credo siano due campionati equilibratissimi in cui si può vincere con la prima e perdere con l’ultima. Il bello di questo campionato di Eccellenza è che non c’è la supremazia di una squadra su tutte, anche se adesso Angelana e Pietralunghese stanno dimostrando questo, l’equilibrio infatti si è visto anche nelle nostre partite, ce la siamo giocata con tutte senza mai meritare una sconfitta pesante, neanche con le prime della classe.”
Ora che abbiamo analizzato il presente, un augurio allo Spoleto per il futuro?
“L’augurio più grande che possa fare allo Spoleto è la salvezza. Per tutto quello che abbiamo passato e che stiamo passando sono sicuro che ce la meritiamo, siamo tutti consci che il 100% non basta, serve il 200%, ma tutti insieme ce la possiamo fare. Se proprio devo esprimere un desiderio: ci auguro la salvezza diretta, ma anche se passiamo per i Play-Out, ciò che più conta è salvarsi”.
“Grazie mille per la tua disponibilità Lorenzo, prima di salutarci c’è qualcosa che vorresti chiedere ai tifosi in vista del 2026?
“Ai tifosi, posso solo chiedere l’unione con noi, di supportarci sempre, perché quando scendiamo in campo lo facciamo tutti con la determinazione di dare il massimo. Abbiamo questo obiettivo comune che è la salvezza, noi ci metteremo più del 100%, quindi ai tifosi chiedo di essere quell’aiuto in più, soprattutto in casa visto che ci aspettano 8 partite casalinghe e 6 trasferte.”
Una volta svelati anche i buoni propositi per il 2026, il nostro piccolo viaggio tra passato, presente e futuro in compagnia del capitano dello Spoleto può terminare, con l’augurio da estimatori e primi sostenitori della “Valle Umbra sportiva”, che il nuovo anno porti le soddisfazioni desiderate al nostro ospite e ai biancorossi.
In attesa di scoprirlo, una cosa è certa, noi saremo ancora qui per raccontarvelo.







