SPOLETO – (d. m.) – La notizia della mancata iscrizione al campionato di Eccellenza dello Spoleto Calcio ha fatto piuttosto scalpore e a diffonderla è stato addirittura il Tg3 regionale. Tanti giocatori che in passato hanno vestito la maglia biancorossa hanno espresso sui social la propria delusione. Tifosi, simpatizzanti, ma anche semplici cittadini hanno commentato la notizia anche con frasi forti, ma da parte dell’amministrazione comunale nessuna parola come è  avvenuto quando la Marconi Monini non si è iscritta al campionato di serie A2.

L’ennesima dimostrazione del totale fallimento della politica dello sport dell’amministrazione De Augustinis, che in poco più di due anni è riuscita a “collezionare” la “scomparsa” delle due realtà sportive di massimo prestigio della città. Se per la Marconi Monini non si può puntare il dito contro l’amministrazione comunale nel caso dello Spoleto il sindaco De Augustinis ed il Consigliere con delega allo sport Massimiliano Montesi non hanno di certo facilitato la vita della società biancorossa. L’amministrazione ha accolto la nuova proprietà revocando la convenzione per la gestione dello stadio, chiedendo di pagare i debiti accumulati da altri. Una operazione che oltre a mettere in grande difficoltà sia la società, sia i tifosi, costretti ad emigrare altrove si è rivelata un vero e proprio harakiri perchè lo stadio oggi è in condizioni di assoluto degrado e per renderlo nuovamente utilizzabile è indispensabile investire almeno 30mila euro, all’incirca la stessa cifra che il Comune chiedeva allo Spoleto e che con molte probabilità andrà ad aumentare ulteriormente l’ammontare dei crediti inesigibili dell’ente. Ma sullo Stadio il bello deve ancora arrivare perché dopo l’avviso pubblico andato deserto, sarebbero in arrivo novità che faranno sicuramente discutere.

Il Comune però nella storia dello Spoleto è solo un “complice indiretto” perché i responsabili del triste epilogo sono altri. Il principale “imputato” è l’ex Presidente Riccardo Ciambottini, che ritrovandosi quasi per caso a ricoprire il ruolo di Presidente “senza portafoglio” anno dopo anno è andato avanti coinvolgendo improbabili personaggi, che più che al calcio e ai risultati sportivi hanno pensato ad altro, devastando l’immagine della società. Debiti federali, vertenze, debiti con fornitori, debiti con chiunque. Che i bilanci della società non fossero sani era noto a tutti e allora perché Max Pincione e la Principessa Al Saud hanno voluto a tutti i costi subentrare a Ciambottini? Prima di subentrare sono stati fatti i dovuti accertamenti sulla situazione finanziaria della società? Probabilmente no, altrimenti difficilmente avrebbero perfezionato il passaggio. Sprovveduti? È impossibile pensare che c’è chi spende qualche centinaia di migliaia di euro per disputare il campionato di Eccellenza umbra per poi gettare la spugna al secondo anno di gestione.

Eppure Max Pincione e compagni nell’ultimo mese si erano dati da fare per cercare imprenditori pronti o a collaborare o addirittura a rivelare la società. Le interlocuzioni con vari soggetti si sono susseguite. L’accordo è stato più volte vicinissimo, ma alla fine non è mai andato a buon fine. Le trattative sarebbero proseguite fino alla fine della scorsa settimana, ma Pincione non sarebbe stato mai intenzionato a “mollare l’osso” ed avrebbe sempre voluto detenere almeno il 51% della società. Intanto a quanto pare la Principessa Norah Al Saud avrebbe rassegnato le dimissioni. Tutte le trattative alla fine sono saltate, ma non iscriversi sarebbe significato perdere tutto e allora alla fine sono tornati in corsa anche Ciambottini, Del Frate e Roseletti che hanno fatto del tutto per tentare di presentare in tempo l’iscrizione. I tre avrebbero tentato il tutto per tutto fino alle 18 e 30 di lunedì: Troppo tardi, mancavano troppi documenti. Forse la documentazione andava preparata in anticipo per evitare un epilogo triste come quello di lunedì.











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