PERUGIA – Il grado di civiltà di una comunità si misura dalle capacità di risolvere le controversie tra i componenti attraverso il confronto civile ed il dibattito, evitando quanto più possibile di ricorrere al giudice. Una civile “battaglia” elettorale non può trasformarsi in una “guerra” a suon di esposti e probabili denunce perché come insegnano le più basilari regole del fair play (parola molto usata negli ultimi anni nel mondo del calcio) in una qualsiasi competizione, oltre alle regole, ovvio, il primo a dover essere rispettato è l’avversario.

Rispettare non significa temere perché altrimenti si rischia di arrivare a fare del tutto per evitare il confronto per vincere a tavolino e in casi simili la situazione può degenerare. È il caso delle elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo del Cru perché i protagonisti coinvolti in questa che è ormai diventata a tutti gli effetti una “telenovelas” sono arrivati ai ferri corti.

Lunedì 11 nella sede di Prepo le società potranno votare un solo candidato alla Presidenza, ovvero Luigi Repace, che con 153 deleghe su 175 all’attivo ha praticamente impedito all’aspirante candidato Luca Fiorucci di partecipare alle elezioni (indispensabili 50 deleghe).Lo stesso Fiorucci avrebbe ravvisato irregolarità sulla raccolta delle deleghe ed ha presentato un esposto alla procura federale. Poi lo stesso Fiorucci ha inviato una segnalazione alle autorità per verificare se in vista dell’assemblea di lunedì è stato predisposto un regolare piano anti-covid. iniziativa questa che ha irritato i vertici del Cru che hanno dato mandato ai legali di verificare se ci sono i requisiti per eventuali azioni legali finalizzate a tutelare l’immagine della LND e del CRU.

A comunicarlo è stato lo stesso CRU con un comunicato stampa sul sito ufficiale:

“Preso atto delle dichiarazioni rese dall’ “Ufficio stampa Comitato Luca Fiorucci Presidente” a mezzo Comunicato Stampa n. 11 del 07/01/2021 postato sul profilo Facebook pubblico “Luca Fiorucci – Candidato Presidente CRU Figc – Lnd 2021/2024” ed inoltrato agli organi di stampa nella giornata odierna, valutati i contenuti delle stesse, ancora una volta da considerarsi privi di fondamento, si informa che è stato conferito mandato ai legali per verificare la sussistenza di eventuali elementi idonei a supportare azioni dinanzi alle competenti autorità giudiziarie civili e penali, al fine di tutelare l’immagine ed ogni altro diritto della Lega Nazionale Dilettanti e del Comitato Regionale Umbria”.

Dalla giustizia sportiva alla giustizia ordinaria. È evidente che la situazione è degenerata, ma è ancora più evidente che il sistema adottato dalla LND per l’elezione del Presidente e del consiglio direttivo dei comitati regionali fa acqua da tutte le parti. Una situazione analoga a quella umbra si sta verificando in Campania. È chiaro quindi che i vertici federali, nonostante la “volontà” delle società in casi come questi hanno il dovere di fare chiarezza e non possono non procedere con il commissariamento dei comitati in attesa di nuove elezioni.

 











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