PERUGIA – La redazione di valleumbrasport.it è costretta ad intervenire sulla triste telenovelas “Elezioni CRU LND FIGC”, che sta andando in scena in questi giorni sulla rete internet ed in particolare su facebook.

Premessa: “Nella battaglia elettorale per il rinnovo del consiglio direttivo del CRU, noi non siamo ne elettori, ne candidati, siamo solo spettatori interessati, che possono però tifare per l’una o l’altra squadra perché qui non vige alcuna regola di par condicio e neanche le tanto sbandierate regole deontologiche vietano ad una testata giornalistica di prendere fermamente posizione perché queste decisioni non spettano al giornalista bensì all’editore”.

Fatta questa premessa, a malincuore siamo costretti a chiamare in causa l’editore-direttore responsabile del noto giornale online che parla di calcio umbro perché in un articolo a sua firma, pubblicato il 2 gennaio, se pur velatamente, siamo stati genericamente inseriti, insieme ad altri giornali online tra chi “diffonde o pubblica un comunicato al giorno, dando voce a chi non può essere considerato un candidato ma solo un aspirante candidato”. L’estensore dell’articolo prosegue mettendo in dubbio la professionalità dei colleghi elogiando il proprio operato: “noi siamo abituati a verificare le notizie interpellando i diretti interessati, in questo caso le società. Serve tempo e professionalità, serve essere professionisti e conoscere, almeno in minima parte, la deontologia di questo mestiere”.

Il direttore in poche parole parla di un suo precedente articolo dove si dice che in vista della prossima tornata elettorale l’attuale presidente Luigi Repace, in base ad un sondaggio tra le società avrebbe avuto già circa 140 adesioni su 175 società aventi diritto al voto. Dati che sono poi stati confermati in pieno dal comunicato pubblicato sul sito del CRU con il tribunale federale che ha certificato addirittura 153 firme per il Presidente Repace, che quindi vincerebbe le elezioni senza neanche scendere in campo perché per candidarsi servono almeno 50 firme su 175 e quindi per l’amico giornalista “la candidatura di Luca Fiorucci, ai fini delle elezioni del Cru per il quadriennio 2020-2024 non esiste, perché l’aspirante candidato non ha il numero sufficiente di deleghe per essere ritenuto candidato”.  

Sondaggio tra le società? Difficile pensare che un giornalista, se pur bravo, nell’arco di poco tempo possa aver effettuato 140 telefonate o che possa aver inviato 140 mail alle società ed aver anche ricevuto una risposta su un argomento così scottante come quello delle elezioni del Cru. È più facile pensare che la notizia delle 140 firme sia trapelata direttamente dagli ambienti del Presidente Repace, ovvero da chi stava raccogliendo le firme già da un po’ di tempo. D’altronde il filo diretto tra la nota testata giornalistica ed ambienti vicini al Presidente Repace e quindi al Cru non è trasparente perché in più di una occasione, solo quel giornale ha dato, con ampio anticipo, notizie relative a decisioni del Cru, che poi sono risultate sempre più che fondate.

E allora più che di deontologia e bravura del giornalista forse è meglio parlare di scarsa professionalità da parte di chi gestisce il Cru, che invece di diffondere a tutte le testate giornalistiche notizie ufficiali si serve di un giornale amico per sondare il terreno ed acquisire consenso. Inutile quindi per il direttore-editore voler a tutti i costi sbandierare la propria imparzialità, utilizzando impropriamente l’alibi della deontologia per dimostrare di essere super partes. Perché vergognarsi di dire “io tifo Repace”? D’altronde nessuna regola lo impedisce.

Il clamoroso autogol del direttore che sostiene di conoscere bene anche le regole però arriva nel finale ed è addirittura un doppio autogol. Paragonare l’assemblea del Cru ad una partita di briscola è piuttosto riduttivo. Le regole infatti sono ben diverse da quelle della briscola perché non vince chi arriva prima a 61 punti, l’aspirante candidato Fiorucci fino al 6 gennaio infatti a quanto pare avrebbe la possibilità di chiedere la revoca della firma dei presidenti che hanno già appoggiato la candidatura di Repace. 153, 152, 151, 150, 149… a briscola non si possono perdere punti. È chiaro che è deprimente dover lottare per riuscire a scendere in campo solo perché l’avversario non vuole assolutamente giocare la partita.

Il secondo autogol il direttore lo realizza quando fa la morale all’aspirante candidato ex arbitro Luca Fiorucci: “Chi scrive non si è mai permesso di venirti a dire pubblicamente come si arbitra una partita”. Peccato però che il saccente direttore si permette dare lezione agli amici editori e giornalisti, parlando di chi “diffonde o pubblica un comunicato al giorno, dando voce a chi”… e poi si autoelogia da solo.

Il Papa che in questi giorni ha parlato di sport dice “meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca”: chissà cosa direbbe di chi addirittura non vuole scendere in campo e di chi lo spalleggia ad ogni costo pur di ottenere la vittoria a tavolino. Neanche Donald Trump è arrivato a tanto, pur non accettando la sconfitta, la partita almeno l’ha giocata.

Noi d’altronde siamo sempre per giocare… a qualunque costo…











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