FOLIGNO – Si definisce “tifoso eretico” del Foligno e se dovesse scrivere la seconda edizione del libro “Foligno Calcio, la squadra del cuore” ovvero quella che va dal 2011 al 2024 sceglierebbe caratteri di colore bianco su pagina nera. Ma la speranza per Alessandro Bianchini è l’ultima a morire perché, precisa, che a Foligno la gloria arriva, purtroppo, ogni 25 anni.

Alessandro è un tifoso speciale che ha dedicato tanto del suo tempo al Foligno, ma da quattro anni, dal campionato di serie D, iniziato con Tofi e finito con Fiorucci Presidente, non va più al Blasone.

Ricorda con orgoglio, ma soprattutto con nostalgia i tempi magici con il Presidente Giacinti, ma anche quelli con Zampetti e Diotallevi, Pizzimenti e Cherubini.

“Solo con dirigenti folignati, con passione e competenza siamo riusciti ad arrivare in alto, negli ultimi anni a tutto si è pensato tranne che al Foligno. I dirigenti attuali posso definirli “bravi papà”, ma di calcio c’è poco o nulla nel loro fare calcio. Credo che Colavita sia stato il peggior Presidente della storia del Foligno, con lui abbiamo subito due retrocessioni consecutive, oggi giochiamo contro il Cerqueto, senza offesa per i cerquetani, e all’andata abbiamo perso anche il derby con la Vis Foligno. In tempi non sospetti avevo detto che il Foligno avrebbe dovuto lottare per essere la seconda squadra della città. Credo che questa dirigenza abbia raggiunto il punto più basso della storia. Missione compiuta?”.

Ma c’è la Fulgens…
“L’errore è proprio quello di fare un paragone tra le due società. Si tratta di due realtà completamente differenti: da una parte c’è la storia, ma la società non ha idee, viene da due retrocessioni consecutive, ma soprattutto non c’è un progetto per il futuro, dall’altra invece c’è una società seria che ha scalato tutte le categorie fino ad arrivare a giocarsi la promozione in serie D. C’è un progetto e guarda con fiducia al futuro, ma la storia è corta. Insomma si tratta di due situazioni all’antitesi, non credo che si possa pensare ad una collaborazione tra i dirigenti delle due società, non credo nella fusione”.

Alcuni tifosi storici si sono riavvicinati al Foligno cosa ne pensi?
“Rispetto quello che fanno, ci mancherebbe. Esiste il libero arbitrio. Se vanno allo stadio e sono felici così perché non dovrebbero farlo? Però sono meravigliato perché tante di quelle persone che sono tornate sono felici di avere una dirigenza che risana i bilanci del Club; molte di queste persone una volta criticavano Zampetti e Diotallevi perché non compravano una punta per motivi di bilancio, mi dispiace ammetterlo ma non ci vedo coerenza in questo cambio di opinione. In passato erano i risultati che contavano, ora ci accontentiamo di una salvezza in un mediocre campionato di Promozione.

Per l’amministrazione comunale il calcio è una risorsa o un problema?
Credo che sia una rognosa palla al piede, perché le società sportive non sono del Comune che ha le mani legate. Apprezzo però la decisione del Comune di aver favorito la Fulgens di poter giocare al Blasone.

Cosa servirebbe per far tornare Alessandro Bianchini al Blasone?
La mia speranza è che il Foligno torni nelle mani di un presidente folignate con una grande passione nel cuore per questi meravigliosi colori, un presidente che possa garantire la solidità finanziaria alla società e un progetto per il futuro perché si sa… il tifoso vive di sogni. Ma non basta, perché per fare calcio in modo corretto c’è anche bisogno di dirigenti competenti. A Foligno insomma c’è bisogno di aria nuova e di gente nuova. Solo così si potrebbe ricreare il vero entusiasmo anche sugli spalti e in città. Me lo auguro di cuore. Forza Falchi sempre.











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