FOLIGNO – (Roberto Mattia) Un pezzo di storia della Foligno calcistica ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Filippo Petterini, classe 1980, inizia una nuova avventura che non lo vedrà protagonista in campo, bensì al di fuori. L’ex capitano del Foligno Calcio, infatti, inizierà a collaborare a livello tecnico con la società della C4, con cui avrebbe dovuto giocare il campionato di Promozione 20/21, in realtà mai iniziato a causa del Covid-19.

Una carriera ricchissima per il difensore, che oltre che con i Falchi ha giocato anche nei pro con Pescara, Barletta, Lucchese, Castel Rigone e Sambenedettese; nei dilettanti per lui importanti esperienze anche alla Subasio e al Cannara.

«Sono sincero: ho deciso di smettere con il calcio giocato perché ho troppi problemi al ginocchio; ho capito quindi che, viste le noie fisiche, è arrivato il momento di dire basta. Devo dire che questo campionato 20/21 non è partito, ma penso che non sarei stato in grado di giocare viste le mie condizioni. In totale amicizia e serenità mi dedicherò allora a dare una mano alla C4 e al loro progetto, mettendomi a disposizione della società».

Pippo Petterini è stato (ed è) uno degli idoli della “Bucciarelli”. Con la maglia del Foligno ha collezionato quasi 250 presenze in campionato.

Qual è stato il momento più bello della tua carriera?
«Ho vissuto tante esperienze entusiasmanti e mi sono tolto delle bellissime soddisfazioni, in particolare con la maglia dei Falchi, che è la mia seconda pelle. Vero che sono stato tormentato dagli infortuni, visto che mi sono operato due volte a entrambe le ginocchia, ma mi ritengo fortunato per i risultati che ho ottenuto. Se devo scegliere il ricordo più bello è sicuramente quello del rigore decisivo nella finale di Coppa di Eccellenza 2003 con lo Sporting Terni vinta a Perugia: una gioia immensa. I campionati vinti danno soddisfazione, in particolar modo gli ultimi, ma le finali di Coppa ti rimangono impresse nella mente. Ripeto, mi sento fortunato per quanto ho saputo ottenere dalla mia carriera calcistica».

Il momento più difficile?
«Sicuramente l’anno di Castel Rigone non è stato facile: mi sono rotto il ginocchio proprio a inizio campionato e dopo un grande girone di andata non siamo riusciti a salvarci. Purtroppo quando c’è una retrocessione rimane una macchia non semplice da mandare via».

Adesso il futuro si chiama C4…
«Dopo il lockdown dello scorso anno sono venuti fuori i problemi fisici. Prima, durante il campionato di D, mi sentivo bene ed avevo trovato una discreta condizione. Dopo lo stop è stato tutto più difficile. Quando è stato ufficializzato che il campionato non sarebbe ripartito ho informato la società della mia decisione di non proseguire con il Foligno Calcio, perché la Serie D è un campionato tosto e le mie condizioni, sia fisiche che lavorative, non mi avrebbero permesso di affrontarlo al meglio. La C4 ha tanto entusiasmo: voglio precisare che collaborerò con loro esclusivamente a titolo di amicizia e senza chiedere alcun compenso economico. Voglio dare il mio contributo nell’allestire una rosa adeguata per vincere il campionato di Promozione; poi se mister Bicerna vorrà una mano sarà un piacere aiutarlo: con lui sono cresciuto insieme e non potrei dirgli di no. Sia chiaro: l’allenatore è lui ed io mi metterò a totale disposizione».

CARRIERA