FOLIGNO (di Gabriele Grimaldi) – Dopo le voci della giornata di ieri, stamane è arrivata l’ufficialità: Simone Marmorini non è più l’allenatore dei falchi. A poco più da due settimane dal suo ritorno in panchina al posto di Monaco (e di Cirone), il tecnico ha deciso di dimettersi dall’incarico dopo aver guidato ieri l’ultimo allenamento della squadra.

Si, mi sono dimesso – conferma Marmorini ai microfoni di Valleumbrasport – Già da mercoledì l’avevo comunicato a squadra e società, poi ci siamo presi un altro giorno. L’ho fatto per dare una mano ai ragazzi e farli allenare un’altra volta e per dare una mano alla società per pensare a cosa fare. La mia decisione era stata già presa martedì, l’ho comunicata mercoledì e l’ho ufficializzata ieri. Questa mattina ho mandato la pec con le mie dimissioni. Dispiace anche a me“.

Marmorini spiega le ragioni della sua decisione: “Io sono stato assente dalla realtà del Foligno per due mesi e mezzo e alcune dinamiche le conoscevo, altre che si sono sviluppate in questo periodo no. Ho fatto 2 partite e 4-5 allenamenti, ma mi sono bastati per capire che la situazione era difficile perché tutte le vicissitudini esterne al campo stanno condizionando il lavoro del campo. Siccome il mio primo obiettivo è cercare di ottenere il massimo dal campo, ho capito che lavorare sereni per raggiungere l’obiettivo, in queste condizioni, è molto difficile. Allora ho preferito non assumermi la responsabilità di portare avanti una situazione che non dipende da me. Se fossi stato sempre io l’allenatore, sarei andato fino in fondo perché era giusto che mi assumessi la responsabilità di tutto. Siccome sono entrato nella situazione più calda e critica della stagione, mi sembrava ingiusto assumermi tutta la responsabilità di dover portare la baracca in fondo con rischi alti che poi le cose non andassero bene non per colpa della squadra che ha valori per cui si può salvare, ma perché questi vengono intaccati da cose che succedono fuori. Se il rendimento dei giocatori non è al massimo c’è un motivo che va ricercato in tutto quello che succede fuori. Non mi sono sentito di portare in fondo una situazione che presentava milioni di difficoltà, più di quelle che mi immaginavo. Ho deciso di fermarmi perché non c’erano le condizioni di lavorare in un certo modo“.

La goccia che ha fatto il traboccare il vaso è arrivata dopo quanto successo ad inizio settimana: “Il fatto che non ci siamo allenati in questo periodo e che la squadra ha avuto 6 giorni liberi non è stata una cosa che mi ha fatto piacere. Da quello che mi ha detto la società dopo che avevamo fatto il programma in un certo modo, i giocatori sapevano che sarebbero stati a casa perché c’era una problematica con gli alloggi nel periodo di Pasqua. Questo non vuole dire che vada bene, perché si doveva fare in modo che la squadra si allenasse. A me non era stato comunicato che la squadra non si sarebbe allenata sotto Pasqua e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Io devo essere messo nelle condizioni decenti per lavorare, visto che ci aspettava il tour de force con 3 partite in una settimana. Come avevo detto nelle interviste, questa squadra ha bisogno di lavorare per recuperare intensità e aggressività, ma se queste cose non vengono permesse…io non voglio dare colpe, ma se certe cose non le posso fare vuol dire che non è la situazione per me. Per cui non voglio prendermi responsabilità per cose di cui io di responsabilità me ne sento poche”.

Marmorini ci tiene a precisare la sua posizione fin dal suo ritorno in panchina: “Sono stato abbastanza onesto e alla società avevo comunicato che sarei entrato per poter lavorare in campo e che se non ci fossero state le giuste condizioni io mi sarei dimesso anche dopo due giorni. Lo sapevano anche i giocatori. Non ho fatto niente di improvviso. Sono entrato con entusiasmo perché mi faceva piacere tornare a lavorare con i ragazzi perché ho legato con loro, con l’ambiente e i tifosi. Era una cosa che mi sentivo di dovere di fare e provarci. E’ vero anche che ognuno deve anche guardare al proprio percorso come hanno fatto tutti fino adesso. La società quando c’era da esonerarmi non è che si è tirata indietro perché giustamente ha preso le proprie decisione. Io in questo momento ho reputato che non ci fossero le condizioni per lavorare e mi sono dimesso”.

Il delirio è totale in casa Foligno Calcio a due giorni dalla delicatissima sfida con la Flaminia in programma al Blasone. Ora si attende l’annuncio della società su chi sarà il 4° allenatore dei falchi in questa stagione per le ultime 5, decisive, partite di campionato.











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