ROMA – Chi sarà il portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi di Tokyo? Mancano poco più di due mesi alla cerimonia di inaugurazione (23 luglio) dei giochi olimpici giapponesi, posticipati di un anno a causa della pandemia ed è già scattato il “toto-portabandiera”.

Sarà un uomo o una donna?
Nelle ultime due edizioni estive sono state le ragazze azzure a rappresentare la nazionale, la schermitrice Valentina Vezzali e la nuotatrice Federica Pellegrini quindi l’ipotesi è che questa volta possa toccare ad un uomo.

Quali sono i criteri per la scelta?
A scegliere sarà naturalmente il CONI, ma quail sono i creteri che adotterà per individuare il portabandiera non sono noti. Risultati sportivi, longevità di carriera, ma il ruolo di potabandiera può essere assegnato anche in base a principi etico-sociali che spesso prescindono dalla sola attività sportive.

E allora tra i papabili portabandiera della nazionale Italiana c’è anche lo “Zar  di Spoleto” Ivan Zaytsev capitano della nazionale maschile di pallavolo, che oltre ai risultati sportivi (bronzo a Londa e argento a Rio) con la nazionale di pallavolo si prepara a disputare la sua terza olimpiade.

Lo Zar è uno dei primi azzurri a rappresentare una generazione sempre più numerosa di atleti figli di genitori stranieri, ma italiani a tutti gli effetti perchè nati in Italia e in questo caso proprio a Spoleto. Un privilegio questo però che riguarda solo gli sportivi. Il tema dello Ius Soli è particolarmente attuale perchè non tutti gli stranieri nati in Italia, godono dei diritti di cui possono godere sportivi come Ivan Zaytsev o le colleghe del volley femminile Paola Egonu e Miriam Sylla.

Sotto questo aspetto il CONI potrebbe dare un bel segnale, ricordando che le Olimpiadi non sono una competizione tra razze, ma una competizione tra nazioni.











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