PERUGIA – Il topolino schiaccia l’elefante. È successo ancora, dopo 31 anni, ma questa volta a ruoli invertiti. Dopo la sfida di domenica tra Sir Perugia ed Allianz Milano tanti nostri affezionati lettori ci hanno ricordato un precedente storico che si disputò sempre al “PalaBarton” all’epoca dei fatti PalaEvangelisti.

Era il 2 febbraio del 1992, quando nell’8^ giornata di ritorno della regular season del campionato di serie A1, oggi SuperLega, la neopromossa Venturi Spoleto del gigante Lubo Ganev e del centrale serbo Zarko Petrovic, ospitò la capolista Mediolanum Milano degli azzurri Zorzi, Cantagalli, Lucchetta e Galli e dei nazionali americani Stork e Ctvrtlik. Una partita che, guardando la classifica, sembrava scontata (proprio come alla vigilia del quarto di finale tra Sir Perugia e Allianz Milano) e che invece regalò ai quasi 6mila tifosi umbri le stesse gioie che hanno provato quelli dell’Allianz Milano domenica scorsa quando la Sir si è dovuta inchinare a Ishikawa e compagni.

Spoleto, guidata in panchina da Raul Lozano, pur essendo in lotta per la salvezza si era già permessa di battere la Maxicono Parma di Andrea Giani, mentre Milano si trovava in vetta alla classifica in lotta con Treviso, Parma e Ravenna.

L’avvio di partita lascia presupporre un dominio degli ospiti, che si prendono il primo set con il punteggio di 15-8. Spoleto però con Mascagna e Mazzali in posto 4, trova i giusti equilibri e vince 17-16 il secondo equilibratissimo parziale. Ganev trascina la squadra ed esalta il pubblico, anche il terzo set si gioca punto a punto. Il regista Selvaggi si affida sempre più spesso al gigante bulgaro e si va ancora ai vantaggio, ma questa volta è Milano a chiudere 17-15. Gli umbri sanno che la partita non è finita e spinti dal pubblico giocano un grandissimo quarto set. Castellano e Petrovic sono efficaci a muro, anche Cuminetti fa la sua parte, dando una mano in ricezione, Milano non riesce ad arginare un super Ganev ed i padroni di casa vincono 15-11, costringendo il più blasonato avversario al tiebreak. I 6mila del PalaEvangelisti ci credono ed il tiebreak è pura adrenalina. Si gioca in un fondamentale equilibrio e a decidere la partita sono ancora i vantaggi. Incredibile, Spoleto è ad un passo dall’impresa, indelebile il punto del 17-16 finale che arrivò direttamente con l’errore in battuta del centrale Leo Carretti. Un tripudio al Pala Evangelisti perché il topolino aveva schiacciato l’elefante.

“Sicuramente volevamo fare una bella figura – commentava il compianto Zarko Petrovic, intervistato da Lorenzo Dallari – è arrivata la vittoria, per noi un gran successo. Ognuno di noi ha messo molto di più, molto di più delle altre partite che abbiamo giocato in passato, ma soprattutto quando c’è un impianto così pieno con 5mila persone è un ambiente bellissimo… Noi adesso abbiamo fatto un gran passo per arrivare al posto che ci assicura i play off. Questa vittoria alza molto il morale della squadra”.  

Per la cronaca la domenica successiva la Venturi Spoleto portò al quinto set anche Ravennadegli americani Timmons e Kiraly, ma questa volta il tiebreak fu amaro. Fu un anno storico, indimenticabile per la Venuri Spoleto e per la pallavolo umbra, perché Ganev e compagni conquistarono i play off, sfiorando addirittura la semifinale, sfuggita solo in gara cinque contro Treviso.

Una bella storia di Sport con la “S” maiuscola, fatta di competenza, passione, testa e cuore, ma soprattutto con un budget limitatissimo rispetto alle big. L’imprenditore spoletino Elvio Venturi fu un precursore dei tempi: meno gioie, forse, ma vere, perché la storia si scrive quando il topolino schiaccia l’elefante e non quando l’elefante schiaccia il topolino.

 











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