FOLIGNO (di Gabriele Grimaldi) – Spinazzola è campione d’Europa e l’Uefa lo ha inserito nella Top 11 di Euro 2020. Il folignate ha vinto gli Europei con l’Italia. Ed è stato inserito nella formazione ideale dell’Uefa insieme a tanti compagni azzurri come Donnarumma, Bonucci, Jorginho, Verratti e Chiesa.

C’è poco da dire. L’esterno della Roma nato e cresciuto nelle file della Virtus Foligno si è consacrato a livello mondiale come uno dei migliori interpreti nel suo ruolo. E pensare che aveva chiuso il suo campionato anticipatamente a causa di un problema fisico. Leo, come sempre, non si è perso d’animo e, consapevole della fiducia massima che ha per lui il Ct Mancini, ha recuperato e si è fatto trovare pronto per la gara d’esordio dell’11 giugno a Roma contro la Turchia. Risultato? Premio di miglior giocatore della sfida vinta 3-0 dagli azzurri. Il motivo? Un rigore netto procurato ma non dato dall’arbitro, lo zampino decisivo nel gol di Immobile e una serie di giocate da strabuzzarsi gli occhi. Spinazzola conferma il suo ottimo stato di forma anche nella partita successiva contro la Svizzera. Con il Galles, vista la qualificazione già in tasca per gli ottavi di finale, Mancini gli concede un turno di riposo. Spina torna titolare contro l’Austria: giocate in velocità, il gol sfiorato, sopratutto l’assist decisivo per il gol di Chiesa ai supplementari e un nuovo premio UEFA come migliore in campo. L’ultima sua apparizione, purtroppo, è contro il Belgio ai quarti di finale. Spinazzola soffre un po’ più del solito la qualità degli avversari sulla fascia, ma anche in quella sfida sfiora la rete e sopratutto ne salva una con la coscia sulla linea di porta, impedendo a Lukaku di segnare un gol fatto. Poi l’allungo sulla fascia, le lacrime in campo, gli applausi di tutti, la rottura del tendine d’Achille, il saluto commosso di tutta la squadra, i messaggi di sostegno provenienti da tutto il mondo, l’operazione in Finlandia, il tifo per i compagni azzurri dal divano di casa contro la Spagna, l’inno cantato insieme al figlio, il volo a Londra direzione Wembley, la finale vista sugli spalti accanto a De Rossi. Fino all’urlo finale. Alla gioia incontenbile. Alla medaglia d’oro che, in stampelle, Spinazzola è andato a prendersi dalle mani del presidente dell’UEFA Ceferin prima di tutti gli altri. E via alla festa insieme alla coppa che sognava lui insieme a tutta Foligno che per lui ha fatto il tifo dall’inizio alla fine.

Memorabile il coro che i compagni gli hanno tributato e che è spopolato tanto sui social che in tutte le piazze d’Italia: “Olè, olè olè olè, Spinaaa, Spinaaa“. Questo canto ha riecheggiato con forza specialmente a Porta Romana, nella sua Foligno, durante la festa di domenica 11 luglio. Non solo. Nella città della Quintana è spuntato anche un cartellone raffigurante “San Leo da Foligno”. Goliardia che si mescola ad amore e passione per il giocatore simbolo di Foligno e di tutti i folignati.

Non solo. Il folignate classe 1993 si è preso anche i complimenti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la visita dei campioni d’Europa al Quirinale che si è svolta lunedì pomeriggio. Molto divertente il siparietto tra la massima carica dello Stato e il giocatore: “Vorrei esprimere un ringraziamento singolo per ciascuno di voi, limitandomi a farlo al capitano Giorgio Chiellini (momento di pausa). E vorrei farlo…non c’è con le stampelle…eccolo! Vorrei farlo a lei che ieri sera con le stampelle è riuscito a precedere tutti alla premiazione. Complimenti (ride)”.

C’è di più. Spinazzola è stato protagonista anche delle parole rivolte alla squadra poco dopo dal premier Mario Draghi a Palazzo Chigi: “Oggi siete voi ad essere entrati nella storia, coi vostri gol e le vostre parate. E che parate! Con lo spirito di squadra forgiato dal commissario tecnico Roberto Mancini. Con i vostri sforzi, i vostri sacrifici. Penso alle lacrime di Leonardo Spinazzola”.

E ora? Un po’ di mertitato riposo con la famiglia. E poi il lungo recupero dall’infortunio che lo terrà lontano dai campi, purtroppo, per tanto tempo. Con la consapevolezza di esser diventato grande tra i grandi e di aver scritto una pagina memorabile della storia del calcio. E non solo.

Grazie Spinazzola!











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