FOLIGNO (di Roberto Mattia) – L’esordio di Alessandro Manni sulla panchina della C4 Foligno sarà di quelli importanti: la sua nuova squadra, infatti, giocherà al “Blasone” contro il Foligno, la storica prima squadra della città. Un derby (o stracittadina, fate voi…) che battezzerà il neotecnico, per la prima volta alla guida dei “grandi” dopo tanti anni di settore giovanile: «Per essere un novello della categoria e del mondo adulto è un buon inizio – ci scherza su Manni -. È stata la mia prima osservazione quando sono stato contattato. Diciamo che è stato un segnale: avere il Foligno davanti e quindi la possibilità di riassaporare il “Blasone”, per me che sono un ex, è stato uno stimolo in più. La partita ovviamente non delle più facili: faccio già i miei complimenti a Paolo Cotroneo, che ha una squadra di giovani che sa cosa fare e cosa vuole. Noi cercheremo di fare il massimo possibile. Speriamo venga fuori una bella giornata di calcio».

Chiaro che in pochi giorni è difficile intervenire in maniera massiccia per contrastare il momento negativo… «Non sono il tipo che si fa mai alibi, come gli infortuni o il fatto che sono appena arrivato. L’unica cosa che posso dire è che è vero che ci vuole tempo per costruire un’idea di gioco, ma la partita di domenica l’affronteremo al massimo delle nostre attuali possibilità. Non sarò così presuntuoso da stravolgere tutto: cercherò di mettere i ragazzi nelle loro migliori condizioni possibili e ce la giochiamo, senza paura».

Il primo impatto? «Sono stato accolto come uno di famiglia da tutti: ringrazio la dirigenza per questo. Mi sento inoltre in dovere di elogiare chi ha svolto questo compito prima di me (Giacomo Bicerna, ndr.): se qualcuno ha portato la C4 fino a qui ha indubbiamente dei meriti. Ho detto ai ragazzi che non possiamo inventarci qualcosa di particolare, dobbiamo scavallare questo momento e l’obiettivo minimo è uscire da questa zona».

Il credo calcistico di Manni? «Vengo dal mondo del Settore Giovanile dove è prioritaria la crescita dei ragazzi, ma chiaramente nel mondo dei “grandi” cambia tutto e il risultato è al centro dell’attenzione. Proviamo a fare calcio, vedremo se gli altri saranno più bravi di noi. Adesso capire la qualità dei giocatori e metterli nelle condizioni migliori, questo conta più dei sistemi. L’ obiettivo è dominare, non subire».

 











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